Eppure ormai da tempo ci sono figure garanti che ciò non accada come quella del Cad Manager il supervisore che nel processo Cad definisce regole grafiche e terminologiche nell’ utilizzo ed organizzazione degli elaborati Cad. Nell’epoca delle piattaforme collaborative e del cosiddetto lavoro in condivisione il processo di progettazione avviene elaborando e sviluppando un modello digitale “condiviso” dall’ intero team o dai teams di lavoro, perché sviluppato in contemporanea , secondo un metodo in cui una copia del modello centrale viene continuamente aggiornato o “sincronizzato” con i file di modello lavorati localmente sulle postazioni dei modellatori. Ci riferiamo al cosiddetto processo di condivisione o worksharing, basato su un ausilio informatico ben preciso che può essere Revit Server residente su un server se avviene nell’ambito di una localizzazione produttiva quale quella di uno studio o ufficio specifico, o addirittura su un cloud, BIM 360 se a condividerlo devono essere teams dislocati in studi ubicati in differenti località. Tutto ciò evidentemente riduce o annulla la possibilità di non lavorare sulla versione di progetto più aggiornata, perchè il modello è appunto condiviso.
DIFFERENZA
TRA PIATTAFORMA COLLABORATIVA E CDE
Il
processo fin ora descritto, dunque delinea una specifica tecnologia informatica
che può funzionare in una LAN aziendale
o su un host a noleggio sul web cioè uno spazio cloud. Ma anche un CDE Common
Data Environment è solitamente (non necessariamente) presente in uno spazio cloud. Qual’è quindi la
differenza tra i due tipi di supporti citati?
Chiariamo prima che cosa è dal
punto di vista teorico un CDE. Nella parte 4 delle norme UNI 11337, le
direttive cui far riferimento se si opera in BIM nel nostro paese, esso prende
anche il nome di ACDat cioè
ambiente di condivisione dati ed è in generale uno spazio dati, uno store data organizzato
secondo delle precise sezioni con una specifica destinazione d’uso a cui hanno
limitatamente accesso tutti i soggetti coinvolti della commessa in rapporto al
ruolo che svolgono. Ovviamente i dati
sono di natura eterogenea e tutti comunque riguardanti la commessa in essere.
Avremo dunque documenti amministrativi, elaborati di progetto di genere vario,
dalle relazioni tecniche, agli elaborati grafici, ai modelli digitali, peraltro navigabili. Quindi
un CDE avrà un visualizzatore 3D che permette di navigare i modelli 3D, visualizzarne
i contenuti, aggiungere con speciali editor, correzioni, note, chiarimenti.
Tutti questi documenti in rapporto al loro grado di aggiornamento saranno
salvati in una delle sezioni di cui si compone
il CDE.
Una piattaforma collaborativa invece
nel senso inizialmente enunciato è decisamente qualcosa in più, e pur essendo organizzata
come un CDE in termini di sezioni ed accessi, offre la possibilità di creare e
lavorare i modelli in essa residenti, in
tempo reale ed in condivisione, quindi è direttamente accessibile da parte del
software di BIM Authoring anche da parte
di altri software in grado di condividere i processi per effettuare anche elaborazioni
tipiche del metodo BIM come simulazioni 4D, model Checking, quantity take off. Nel
caso dei prodotti Autodesk parliamo di Bim
360 Design che consente la modellazione condivisa in Revit ma anche in
AutoCad Civil 3D, per la progettazione infrastrutturale (vedi precedente articolo) mentre in abbinamento c è BIM 360 docs, uno spazio cloud che rappresenta il vero e proprio CDE
accessibile da Web. Ovviamente per completezza di esposizione esistono nel
mercato anche altre soluzioni che abbinano una piattaforma collaborativa ad un software
di modellazione, ad esempio Archicad e BIMx , Bim Bentley e Projectwise…etc
etc.
ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI
COMMON DATA ENVIRONMENT (CDE)
L organizzazione della piattaforma collaborativa è definita dalla norma
UNI 11337 part 4 ed è stata concepita
accessibile in qualsiasi momento da parte di ogni partecipante al processo, per
le aree ed i dati che gli competono.
Come detto è organizzata per sezioni che ricalcano l’evoluzione e lo
sviluppo della commessa dalla fase preliminare di gara, allo sviluppo e revisione dei modelli, all approvazione o
accantonamento di soluzioni progettuali , allo storico delle versioni vagliate.
Le fasi pertanto cosi come definite dalla norma sono:
L0 Elaborazione ed aggiornamento (Work
in progress – WIP): sono qui
collocate gli elaborati “in lavorazione”
relativi ai vari ambiti applicativi
come, ad esempio, l’area afferente alla
progettazione architettonica,
alla progettazione strutturale, ecc. In ciascuna di tali aree viene sviluppata la specifica parte del progetto
e la relativa documentazione con
le varie lavorazioni e revisioni. Tale materiale rimarrà all’interno dell’area
fino al raggiungimento di un concordato grado di sviluppo, per poi essere reso
disponibile agli altri team del
progetto.
L1 Condivisione (Shared): è l’area in cui i vari team di progettazione depositano i successivi
avanzamenti del proprio lavoro, nei vari stadi concordati di sviluppo, condividendoli: è da
notare come in questa fase il
progetto sia ancora
in lavorazione e la documentazione ciclicamente depositata e prelevata
dai vari team consente a tutti di allinearsi con rapidità alle eventuali
modifiche e perfezionamenti apportate da ciascuno di essi.
L2 pubblicazione (Published) è dove viene depositata la
documentazione di progetto ultimata e condivisa dai vari team di progettazione
e approvata dalla committenza; la
documentazione depositata è relativa
alla fase realizzativa. Tutti i file prodotti come esportazione dai modelli
BIM, saranno salvati in una cartella interna all’area Published. Questa
avrà come denominazione la data di pubblicazione dei file stessi. La
pubblicazione dei file deve seguire un processo approvativo mediante meeting di
coordinamento dal Committente. Esportazioni non relative a consegne ufficiali e
formali, dovranno essere salvate all’interno di opportune cartelle nell’area WIP.
L3 Archiviazione (Archive): L’archiviazione di materiale superato e di tutto il materiale
approvato, è effettuato nell’area
“Archive”; come negli altri casi, anche
qui le cartelle hanno la denominazione basata
sulla data di rilascio, ed una
breve descrizione del contenuto.
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