martedì 23 novembre 2021

L ACDat E LE PIATTAFORME COLLABORATIVE NELLA METODOLOGIA BIM

 


Uno degli aspetti più innovativi nella metodologia Bim è quello di aver risolto la problematica più ricorrente  nella progettazione, e cioè avere la certezza di lavorare la versione del progetto più aggiornata  senza correre il rischio che i vari team si ritrovino a lavorare per  dei possibili errori di comunicazione, su versioni incomplete, non revisionate o superate. Ciò accade soprattutto nella progettazione di grandi opere in cui il processo di comunicazione è reso complesso dalla partecipazione di più team specialistici nelle varie fasi di sviluppo, dove dai vari briefing tra i partecipanti, la committenza ed i vari soggetti coinvolti   scaturiscono successive emissioni o revisioni del progetto. Si procede pertanto conformemente alle specifiche di commessa a generare elaborati con le opportune etichettature di revisione ed a depositarli, come richiede il metodo di lavoro in qualità,  nelle opportune repository indicate dal documento di commessa, ma ciò nonostante può  non emergere  la cronologia delle cosiddette revisioni e si finisce col far confusione. 

Eppure ormai da tempo ci sono figure garanti che ciò non accada  come quella  del  Cad  Manager il supervisore che nel processo Cad  definisce regole grafiche e terminologiche  nell’ utilizzo ed organizzazione degli elaborati Cad. Nell’epoca delle piattaforme collaborative e del cosiddetto lavoro in condivisione il processo di progettazione  avviene elaborando  e  sviluppando  un modello digitale “condiviso”  dall’ intero team o dai teams di lavoro,  perché sviluppato in contemporanea , secondo un metodo  in cui una copia del modello centrale viene continuamente  aggiornato o “sincronizzato” con i file di modello lavorati localmente  sulle postazioni dei modellatori. Ci riferiamo al cosiddetto processo di condivisione o worksharing, basato su un ausilio informatico ben preciso che può essere  Revit Server residente  su un  server  se avviene nell’ambito di una localizzazione produttiva quale quella di uno studio o ufficio specifico, o addirittura su un cloud,  BIM 360 se a condividerlo devono essere teams dislocati in studi ubicati in differenti località. Tutto ciò evidentemente riduce o annulla la possibilità di non lavorare sulla versione di progetto più aggiornata, perchè il modello è appunto condiviso.

DIFFERENZA TRA PIATTAFORMA COLLABORATIVA E CDE

Il processo fin ora descritto, dunque delinea una specifica tecnologia informatica che può funzionare in una LAN  aziendale o su un host a noleggio sul web cioè uno spazio cloud. Ma anche un CDE Common Data Environment è solitamente (non necessariamente)  presente in uno spazio cloud. Qual’è quindi la differenza tra i due tipi di supporti citati?  Chiariamo prima che cosa è  dal punto di vista teorico un CDE. Nella parte 4 delle norme UNI 11337, le direttive cui far riferimento se si opera in BIM nel nostro paese, esso prende anche il nome di ACDat  cioè ambiente di condivisione dati ed è in generale uno  spazio dati, uno store data organizzato secondo delle precise sezioni con una specifica destinazione d’uso a cui hanno limitatamente accesso tutti i soggetti coinvolti della commessa in rapporto al ruolo che svolgono. Ovviamente  i dati sono di natura eterogenea e tutti comunque riguardanti la commessa in essere. Avremo dunque documenti amministrativi, elaborati di progetto di genere vario, dalle relazioni tecniche, agli elaborati grafici,  ai modelli digitali, peraltro navigabili. Quindi  un CDE avrà un visualizzatore 3D  che permette di navigare i modelli 3D, visualizzarne i contenuti, aggiungere con speciali editor, correzioni, note, chiarimenti. Tutti questi documenti in rapporto al loro grado di aggiornamento saranno salvati in una delle sezioni di cui si compone  il CDE.

 Una piattaforma collaborativa invece nel senso inizialmente enunciato è decisamente qualcosa in più, e pur essendo organizzata come un CDE in termini di sezioni ed accessi, offre la possibilità di creare e lavorare i modelli  in essa residenti, in tempo reale ed in condivisione, quindi è direttamente accessibile da parte del software di  BIM Authoring anche da parte di altri software in grado di condividere i processi per effettuare anche elaborazioni tipiche del metodo BIM come simulazioni 4D, model Checking, quantity take off. Nel caso dei prodotti Autodesk  parliamo di Bim 360 Design che consente la modellazione condivisa in Revit ma anche in AutoCad Civil 3D, per la progettazione infrastrutturale (vedi precedente articolo) mentre in abbinamento  c è BIM 360 docs,  uno spazio cloud  che rappresenta il vero e proprio CDE accessibile da Web. Ovviamente per completezza di esposizione esistono nel mercato anche altre soluzioni che abbinano una piattaforma collaborativa ad un software di modellazione, ad esempio Archicad e BIMx , Bim Bentley e Projectwise…etc etc.

ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI  COMMON DATA ENVIRONMENT (CDE)

L organizzazione della piattaforma collaborativa è definita dalla norma  UNI 11337 part 4 ed è stata concepita accessibile in qualsiasi momento da parte di ogni partecipante al processo, per le aree  ed i dati che gli competono.

Come detto è organizzata per sezioni che ricalcano l’evoluzione e lo sviluppo della commessa dalla fase preliminare di gara, allo sviluppo  e revisione dei modelli, all approvazione o accantonamento di soluzioni progettuali , allo storico delle versioni vagliate. Le fasi pertanto cosi come definite dalla norma sono:



 

L0 Elaborazione ed aggiornamento (Work  in progress – WIP):  sono qui  collocate  gli elaborati “in lavorazione” relativi ai vari  ambiti applicativi come, ad esempio, l’area afferente alla  progettazione  architettonica, alla progettazione strutturale, ecc. In ciascuna di tali aree  viene sviluppata la specifica parte  del progetto  e la relativa  documentazione con le varie lavorazioni e revisioni. Tale materiale rimarrà all’interno dell’area fino al raggiungimento di un concordato grado di sviluppo, per poi essere reso disponibile agli altri team  del progetto.

 

L1 Condivisione (Shared): è l’area in cui i vari team di progettazione depositano i successivi avanzamenti del proprio lavoro, nei vari stadi concordati di sviluppo,  condividendoli: è  da  notare  come  in questa fase  il  progetto  sia  ancora  in lavorazione e la documentazione ciclicamente depositata e prelevata dai vari team  consente a tutti  di allinearsi con rapidità alle eventuali modifiche e perfezionamenti apportate da ciascuno di essi.

 

 L2 pubblicazione (Published) è dove viene depositata la documentazione di progetto ultimata e condivisa dai vari team di progettazione e approvata dalla committenza; la  documentazione  depositata  è  relativa alla fase realizzativa. Tutti i file prodotti come esportazione dai modelli BIM, saranno salvati in una cartella interna all’area Published. Questa avrà come denominazione la data di pubblicazione dei file stessi. La pubblicazione dei file deve seguire un processo approvativo mediante meeting di coordinamento dal Committente. Esportazioni non relative a consegne ufficiali e formali, dovranno essere salvate all’interno di opportune  cartelle nell’area WIP.

 

L3 Archiviazione (Archive): L’archiviazione di materiale superato e di tutto il materiale approvato, è effettuato  nell’area “Archive”; come  negli altri casi, anche qui le cartelle hanno  la denominazione basata sulla data  di rilascio, ed  una  breve descrizione del contenuto.

 La banca dati (o CDE – Common Data Environment) deve consentire la piena gestione del progetto  sia  da  un punto di vista documentale che  dei  modelli  3D e  deve rispecchiare quanto definito precedentemente, sia come normative di riferimento sia come definizione e strutturazione degli spazi e dei flussi di lavoro.  Tutte le informazioni e i dati collaborativi sono presenti e caricati sul CDE (banca dati). Il CDE, indipendentemente da come è realizzato, e quindi dalla piattaforma commerciale che lo ospita (ed oramai ce ne sono varie) e dai software utilizzati, costituisce l'unico sistema ammesso per lo scambio di dati ed informazioni all'interno del processo BIM. Non sarà possibile scambiare informazioni ufficiali al di fuori dei flussi costituiti internamente allo spazio di condivisione, per poter garantire la correttezza ed univocità dell'informazione stessa. 


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