Sui formati di interscambio si sono scritti e postti articoli e focus innumerevoli, data l’ importanza che questo
formato riveste per quel che riguarda lo sviluppo di un progetto di un opera
edile e o infrastrutturale, in metodologia BIM soprattutto stante il loro obbligatorio
utilizzo in sede di gara pubblica, ed il loro periodico e costante aggiornamento. E’ infatti di appena settembre
2021 il rilascio del formato più avanzato di Ifc noto appunto come ifc rail
nella sua edizione 4.3 con una gamma di oggetti che traducono in corrispondenti
classi di oggetti elementi BIM della
progettazione ferroviaria .
In
questa sede tuttavia oltre a voler brevemente riassumere la genesi e lo sviluppo
illustrando le ragioni pratiche per cui è stato creato, vogliamo ribadirne pregi e difetti del loro utilizzo, ma soprattutto l’evoluzione
che questo formato vede di anno in anno nel tentativo di correggerne i limiti
di utilizzo, ed i limiti nella restituzione puntuale degli oggetti intelligenti
AEC.
Chiariamo
intanto cosa si intende per formati di interscambio o formati aperti, di un
modello bim. E’ noto infatti che qualsiasi modellatore tridimensionale che sia
BIM o no, utilizza dei formati di files che consentono di generare ed editare volumi
complessi costituiti da insiemi di punti
spazialmente referenziati, sia in un sistema cartesiano o geografico, quindi
punti tipo ENZ (Est Nord Zeta), o in coordinate geografiche di tipo Lat. Long. Questi modelli sono costituiti da
forme e geometrie complesse che rappresentano manufatti costruiti, strutturati
con schemi di programmazione differenti e quindi non compatibili e lavorabili in ogni software 3D. Per molti
anni lo standard di riferimento in cui
era utile esportare un modello 3D era il dwg, di Autocad, semplicemente perchè alla
fine era il prodotto leader e più diffuso rispetto ad altri simili ed
altrettanto eccellenti prodotti, e quindi tutto ciò che è disegno produttivo di
tipo tecnico, sia meccanico, edile, che topografico territoriale, impiantistico. AutoCad è stato ed è il softwares tecnico per definizione sul cui formato si
sono basate anche tutte le procedure standardizzate ISO e DIN tedesche, le PAS
britanniche, etc in materia di elaborati tecnici, regole di rappresentazione,
organizzazione dei files, e caratteristiche grafiche della rappresentazione
assistita da computer.
L’ambito,
però si è andato rapidamente evolvendo, in particolar modo nel settore dell’
edilizia in cui, come già trattato in precedenti post con l’avvento del disegno
3D parametrico intelligente, e degli oggetti AEC (Architectural, Engineering, Costruction) che strutturano un modello 3D come assemblaggio di oggetti tra loro mutuamente
collegati in rapporti di hosting, e talvola in schemi anche più complessi per associazione di formati di files anche
differenti tra loro (quando federati )
FORMATI
OPEN BIM PER USI DIVERSI
Descriviamo
intanto l’organizzazione logica di un ifc.I formati IFC costituiscono una
evoluzione costante di uno schema gerarchico che vede ll progetto come nodo
principale con tutte le sue informazioni nome dell’organizzazione, autore, cliente, dati
commerciali, etc, parliamo quindi di tutti i relativi metadati, immediatamente al di sotto c’è lo
spazio topografico, con tutti i dati descrittivi del luogo, coordinate
cartografiche, informazioni di sito, orografia, etc. Poi segue il nodo
immediatamente dipendente, riferito all’edificio con tutti i livelli di cui è
costituito, in termini proprio di piani, quote ubicative rispetto allo zero di
progetto in cui sono elencate gli elementi dell’edificio, oggetti divisi nelle classi degli IFC, cioè
quelli aventi come hosting di piano, muri, porte, finestre, arredi, ma anche
oggetti di disciplina, pilastri fisici ed analitici, sistemi di travi fisiche
ed analitiche, irrigidimenti strutturali, armature, carpenterie, per quel che
riguarda gli elementi di ambito strutturale, ma anche poi subsistemi di
impianti, idrico, elettrico, meccanico etc. Sono tutti oggetti codificati e
tradotti da quelle che sono le categorie di oggetti AEC modellabili in un software di bim authoring, sia esso
Revit, Archicad, Allplan ed altri.
Per quanto concerne le edizioni di Ifc, esse
si contraddistinguono nelle cosiddette MDV ossia viste di modello in cui
prevalgono un certo tipo di informazioni rispetto ad altre a seconda dell’uso
che debba farsi. Peraltro si tratta di schemi che procedono secondo un percorso
temporale che vede i primi risalenti ai progetti pilota del 2010, ai primordi
del BIM, della GSA cioè la General Service Administration, l’agenzia non governativa
Americana che ha l’incarico di manutenere e provvedere alla costruzione degli
edifici pubblici in tutti gli Stati Uniti, ossia le sedi di attività
amministrative ed in generale di interesse pubblico, fino agli schemi di IFC
dedicati al sistema di classificazione degli oggetti manutentivi come il COBie
2.4 Deliverable Design finalizzato alla gestione delle tabelle COBie (quelle
per il tracciamento e gestione degli oggetti manutentivi nel processo
standardizzato Britannico) o secondo standard tipicamente orientati al processo
costruttivo come il Ifc 2x2 Coordination Design. La prerogativa di questi
continui aggiornamenti è quella di tradurre nel formato descrittivo
tridimensionale degli ifc sempre più elementi e funzioni legate ad esigenze
progettuali di specifici ambiti disciplinari anche di tipo infrastrutturale e
non solo legate al singolo edificio .Il
formato per lungo tempo in uso è l’ifc 2x3 Coordination View 2.0 che traduce piu o meno tutti gli oggetti
delle categorie disciplinari di Revit ed è quello di interscambio per la stragrande
maggioranza di prodotti correlati, cioè software di calcolo strutturale e relativo software di NX modeling o in
generale di analisi degli oggetti BIM,
clash detecting, simulazioni 4d QTO, come Naviswork , Solibri model etc
Le successive versioni
di ifc come la Ifc 4.0 hanno
ampliato la gamma di categorie traducibili inserendo classi che includono le coordinate
Geospaziali, e gli oggetti infrastrutturali come i ponti IfcBridges, le
strade ifcRoads, e le relative sottocategorie nell’intento di ampliare
la gamma di oggetti provenienti dai bim Authoring infrastrutturali, come Civil
3D o Civil Design. Dicevamo poi all’inizio
di questa nostra trattazione, dei nuovi formati IFC rail 4.3 che sono stati studiati da una
commissione miste italiana e cinese nell’ ambito di un progetto di ricerca
volto ad ampliare le proprietà di un modello infrastrutturale cosiddetto di BIM
lineare includendo classi e set di oggetti dedicati alla progettazione di
tratte ferroviarie, incluso le geometrie di curve tipiche dei tracciati stradali,
vedasi ifc_clothoid, ifc_track ravvisabili anche negli oggetti della
progettazione stradale. Si tratta tuttavia di un formato molto giovane in via
di sperimentazione non ancora diffuso, ma già in uso nella piattaforma Muif
della RFI italiana INTERFACCE
DI VISUALIZZAZIONE OPEN SOURCE
Abbiamo
intanto detto che un formato ifc è prodotto da ogni softwares di BIM authoring,
attraverso il pannello di esportazione che include tutte le relative opzioni di
inclusione dati, come la scelta del MVD, l’inclusione di set di proprietà e livello
di dettaglio, che di conseguenza ne definisce i contenuti permettendo, di solito anche di generare dei property set personalizzati,
cioè delle raccolte di dati specifici. Di conseguenza cosi come si esportano,
si possono poi reimportare dentro il bim authoring con lo scopo di visualizzarli
nel contesto in cui sono stati creati, senza poterli modificare, se non
rigenerandoli .Tuttavia esistono interfacce creata appositamente come
visualizzatori di modelli ifc , spesso Open source, e quindi gratuiti con la
tipica clausola di svilupparli ulteriormente, da parte degli utenti, oppure
anche inclusi all’interno di quei programmi inclusi nel workflow BIM che
processano i dati per le valutazioni quantitative a scopo economico, cioè i
programmi di contabilità, computo metrico, gestione economica della commesse
etc.
|
struttura gerarchica delle classi IFC |
Un visualizzatore IFC in genere permette una rappresentazione
secondo varie modalità grafiche wireframe,
a colori omogenei con ombre o in maniera realistica consentendo una navigazione
3D, una visualizzazione prospettica o assonometrica, oppure con la possibilità di attivare dei piani
di taglio verticali e orizzontali, parallele ai piani ortogonali, che in vista piatta corrisponde all’ unico
surrogato di piante e prospetti, bidimensionali sempre però ottenute da un
modello 3D tagliato, le viste 2D, o con grafica descrittiva tipo
annotazioni e quote per un IFC, si ripete non sono contemplate.
Ovviamente lo scopo è quello di mostrare tutte le proprietà quantitative e
qualitative, dei singoli oggetti o delle classi di oggetti cui appartengono. In
alcuni casi i visualizzatori più evoluti consentono anche la federazione di
modelli ifc consentendo un navigazione 3D del modello BIM federato. Tra quelli
più utilizzati, segnaliamo ll software Xbim explorer, l’ifc viewer
di Autodesk nelle varie versioni, l’FZK viewer elaborato da gruppo di
ricerca dell’università tedesca di Karlsruhe, Dalux BIM prodotto molto
performante evoluto e tanti altri
facenti parte di piattaforme commerciali che offrono soluzioni cloud per la
gestione di tutto il flusso commerciale BIM.
Nessun commento:
Posta un commento